Caparezza, lo avete mai visto da giovanissimo? Spunta foto dal passato, irriconoscibile

Caparezza è uno dei cantanti più amati dal grande pubblico e recentemente ha pubblicato il suo nuovo album. Ma lo avete mai visto senza il suo consueto look? Ecco uno scatto.

Un giovanissimo Caparezza

Lui è uno dei cantanti più amati e originali del panorama musicale nostrano. Stiamo parlando di Michele Salvemini, in arte Caparezza, artista dal flow e dal look inconfondibile. Eppure, lo avete mai visto senza la consueta chioma riccia e barba? Era l’anno 1997 e il 24 enne Caparezza, all’epoca con il nome d’arte di Mikimix, partecipò alla sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo di quell’anno. Il brano portato dall’artista si intitolava E la notte se ne va. Con lo pseudonimo di Mikimix, Caparezza continuerà ad esibirsi fino al 1998, anno in cui poi arrivò la sua svolta musicale. Di quell’esperienza, Caparezza ha parlato in una recente intervista: “Egli fu Mikimix, cantante insignificante, dal cui autodisgusto nacque il sé stesso odierno”.

Nato nel ’73 a Molfetta, il giovane Michele Salvemini inizia ad avvinarsi alla musica sin dalla tenera età, grazie a suo padre. Ha studiato ragioneria presso l’Istituto Tecnico di Molfetta, ma il suo sogno di adolescente era diventare un fumettista. Dopo il diploma, decide di intraprendere la carriera nel campo della pubblicità, vincendo tra l’altro una borsa di studio all’Accademia di Comunicazione di Milano. Ben presto, la sua passione per la musica lo spingeranno verso un cantautorato originale, a metà tra rap e punk.

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L’ultimo lavoro di Caparezza

Lo scorso 31 marzo è uscito il nuovo singolo di Caparezza, Exuvia, che ha anticipato l’omonimo album, uscito il 7 maggio. Il 15 aprile è uscito invece il secondo estratto dell’album, dal titolo La scelta.

In una recente intervista, Caparezza ha spiegato il filo rosso che lega i singoli del suo album. Ha raccontato: “Un percorso di un fuggiasco che evade dalla prigionia dei tempi andati. Per lasciarsi inghiottire da una selva in cui far perdere le proprie tracce”.

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