Arisa e Vito Coppola hanno conquistato il podio dell’ultima edizione di Ballando con le stelle, lei reduce dal successo dell’esperienza di coach ad Amici e lui alla sua prima partecipazione nel talent di Milly Carlucci sono riusciti a conquistare la giuria ma anche il pubblico grazie ad un feeling palese sia in pista che fuori. I rumors sul fatto che i due potessero fare coppia in questi mesi si sono susseguiti ma non sono stati mai confermati dai diretti interessati.
Arisa e Vito Coppola : “Non vogliamo etichettare il rapporto”
Oggi che il talent è terminato e Vito e Arisa continuano a frequentarsi, i due artisti però non hanno nessuna intenzione d’etichettare il loro rapporto preferiscono viversi giorno per giorno ogni emozione. A rivelarlo lo stesso ballerino che ha rilasciato un’intervista a Fanpage a cui ha provato a spiegare come stanno oggi le cose con la cantante: “Ci siamo detti: “Viviamoci, quello che verrà verrà”. Una cosa che non piace a entrambi, è voler definire per forza il rapporto. Nonostante lì dentro ci siamo vissuti tutti i giorni per tre mesi, è comunque poco il tempo che ci conosciamo.
Coppola ha poi concluso: “Abbiamo bisogno di viverci un po’ di più, di capire come sarà anche quando non staremo insieme. Oggi lei è partita per Milano, io sto andando a Eboli. Quindi vedremo non lo sappiamo neanche noi.” Il ballerino è molto felice d’aver accompagnato Arisa nel suo percorso di rinascita fisica ma anche psicologica, ha utilizzato la danza a fine terapeutici e per la cantante è stato un percorso determinante per arrivare alla vittoria.
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Vito Coppola: “Ho cercato di valorizzare la sua personalità”
Vito Coppola ha poi spiegato come è riuscito a mettere in evidenza la personalità eclettica e dalle mille sfaccettature d’Arisa. Il ballerino è convinto che averle fatto ballare stile diversi ogni puntata per lei è stato vincente:
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“Ogni sabato ho cercato uno stile che valorizzasse un aspetto diverso. Una volta era romantica, poi sexy, poi passionale, poi aggressiva, poi angelica. Se non si fosse messa in gioco, non avrebbe mai avuto la possibilità di riscoprirsi.”