Nel momento in cui si parla degli ambasciatori della musica italiana nel mondo è impossibile non far riferimento ad Andrea Bocelli, il tenore che ha calcato i palchi più importanti conquistando così le scene. A tenere banco nel mondo del web il racconto che l’artista ha fatto circa la cecità… ecco quando è successo tutto.
Andrea Bocelli è uno degli artisti italiani più amati al mondo, la cui voce ha incantato miliardi di persone che sono accorse ad ascoltarlo ogni qual volta in cui il tenore protagonista su palchi importanti e non solo. A conquistare il pubblico e amanti della musica classica, oltre che il suo immenso talento, è stato anche il racconto della vita di Andrea Bocelli il quale ha dovuto imparare velocemente a vivere senza l’ausilio della vita, diventato improvvisamente cieco.
Non a caso, ecco che oggi a tenere banco nel mondo del web troviamo il racconto shock fatto dall’artista alle pagine del quotidiano libero.
Andrea Bocelli, il racconto della cecità
Nel corso degli anni a far discutere i magazine e il mondo della musica è sempre stato l’immenso talento nel canto da parte di Andrea Bocelli e non solo, dato che a lasciare senza parole è stato anche il racconto della cecità dell’artista sfoggiata senza mai nasconderla.
Una grave problematica scaturita da un glaucoma congenito, peggiorato a seguito di un incidente avuto alcuni anni fa e che ha reso la perdita della vita immediata, come lo stesso artista in occasione di una passata intervista.
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“Tentarono di curarmi…”
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, nel mirino dell’attenzione del web in queste ore troviamo il racconto fatto da Andrea Bocelli circa appunto il momento esatto in cui ha perso la vista.
L’artista ha affidato il suo racconto alla redazione del magazine Oggi, qui dove ha ripercorso gli istanti in cui tutto per lui è cambiato improvvisamente: “ Sono sempre stato vivace e incontenibile. Da ragazzino amavo giocare a calcio e un giorno, durante una partita, una pallonata mi colpì proprio sull’occhio destro, l’unico dal quale riuscivo a scorgere la luce ei colori. Tentarono di curarmi attraverso varie operazioni, anche con l’applicazione di sanguisughe, ma non servì ”.