Bonus 200 euro: ecco chi deve restituirlo all’INPS, già partiti i controlli a tappeto

Bonus 200 euro

In molti hanno fatto richiesta per poter usufruire del bonus di 200 euro. I pensionati, lavoratori dipendenti e titolari di reddito di cittadinanza se lo sono visto arrivare nel mese di luglio. Ma in molti dovranno restituirlo. Ecco chi e perché?

Brutte notizie in arrivo per molti di coloro, che dopo aver speso tempo ed energie per capire come e dove poter richiedere il bonus di 200 euro, adesso dovranno ridarlo indietro. Sono già, infatti, partiti i controlli dell’Inps per capire quali sono le persone che dovranno restituirlo e alcuni dei motivi principali che determinano la restituzione del suddetto bonus.

Ecco chi dovrò restituire il bonus di 200 euro

Il Decreto Aiuti prevede al suo interno anche il controllo da parte dell’ente erogatore del bonus (quindi l’INPS) di controlli a tappeto per verificare che il bonus non sia stato a persone che non avevano diritto o che hanno perso tale diritto. Se dalle verifiche emerge che un soggetto sia stato percettore di somme di denaro corrisposte in eccedenza, tale persona sarà tenuta a restituire tale cifra entra l’anno successivo. L a notifica arriverà entro un anno dall’erogazione del bonus e sarà inviata dall’Inps.

La causa della restituzione del bonus però non va solo ricercata nel mancato rispetto del requisito reddituale. Altri fattori possono essere la revoca del trattamento pensionistico oppure la ricezione dell’aiuto una tantum da due diversi datori di lavoro, per esempio, ma comunque dovrebbe essere spiegata caso per caso all’interno delle missive che verranno recapitate a chi dovrà restituire il bonus di 200 euro.

A chi andrà il bonus di 200 euro a ottobre

Nel prossimo di ottobre 2022, altre tipologie di lavoratori potranno usufruire del bonus di 200 euro. Vedranno arrivare nelle proprie tasche questo bonus quei lavoratori che ne hanno fatto richiesta e che appartengono alle seguenti categorie:

  1. lavoratori stagionali a tempo determinato e intermittenti purché nel 2021 abbiano lavorato per 50 giorni e un reddito inferiore ai 35.000 euro nel 2021 derivante da queste prestazioni lavorative
  2. lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo purché abbiano almeno 50 contributi giornalieri versati e un reddito inferiore ai 35.000 uro nel 2021 derivanti dai suddetti lavori
  3. lavoratori autonomi senza partita IVA non iscritte ad altre forme previdenziali obbligatorie con contratti autonomi occasionali nel 2021.
  4.  incaricati alle vendite a domicilio con un reddito supriore ai 5.000 euro nel 2021 derivante da questa attività con partita IVA aperta già al momento dell’entrata in vigore del decreto.
  5. co.co.co purché abbiano un contratto attivo dal 18 maggio e un reddito inferiore ai 35.000 euro per quanto riguarda queste prestazioni
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