Bonus 200 euro per Partite Iva: come fare domanda

I possessori di Partita Iva hanno diritto a percepire una somma pari ai 200 €: è stato infatti firmato il decreto attuativo. Ecco tutti i dettagli!

Lo Stato ha infatti reso noto che devolverà questa ingente somma di denaro a tutti coloro che sono impegnati in un’attività lavorativa e che percepiscono un reddito annuo inferiore ai 35.000 €. Sono stati dunque fissati i criteri e le modalità per la concessione di questo Bonus, destinato sia ai liberi professionisti sia a chi era stato precedentemente escluso.

Cosa si sa dunque su questo Bonus 200 euro? Queste sono alcune informazioni che sono state rivelate di recente.

Il bonus per le Partite Iva

I beneficiari di questa indennità devono avere particolari requisiti:

  • devono innanzitutto essere lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle gestioni previdenziali INPS;
  • essere iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza;
  • aver percepito – nel periodo di imposta 2021 – un reddito complessivo non superiore a 35mila euro;
  • aver eseguito almeno un versamento (totale o parziale) per la contribuzione dovuta alla gestione di iscrizione per cui è richiesta l’indennità, con competenza a decorrere dall’anno 2020.

E’ stata inoltre spiegata la modalità di presentazione: le domande per il Bonus 200 euro devono infatti essere inoltrate agli enti di previdenza a cui si è iscritti. Il tutto dipende da quello che è stato predisposto dai singoli enti previdenziali. Il Bonus viene inoltre erogato insieme al momento del pagamento, ma può essere anche verificato mediante le informazioni incrociate della Pubblica Amministrazione.

Chi non ha infatti tutti i requisiti predetti, non deve affatto presentare domanda: i controlli sono molto serrati. Se non si è ad esempio iscritti a una casa previdenziale o se non si ha percepito un reddito superiore ai 35mila euro, non deve affatto presentare la domanda per poter percepire il Bonus da 200 euro.

Com’è possibile leggere nel Decreto Aiuti Bis, sono stati stanziati – per finanziare questa somma di denaro – ben 600 milioni di euro. Il decreto è dunque stato trasmesso al Ministero dell’Economia e delle Finanze: pare inoltre che la norma avrebbe dovuto già essere attiva entro lo scorso 17 giugno 2022. E’ infatti stato necessario rifinanziare i fondi messi a disposizione per questa categoria di lavoratori.

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