Enrico Montesano: età, moglie e figli, malattia, covid, patrimonio: tutto sull’attore

Enrico Montesano è uno dei maggiori esponenti della risata all’italiana! Non ha bisogno di particolari presentazioni, è un comico e un attore conosciuto in tutto il mondo per il suo estro e la sua genialità.

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse

Enrico Montesano, una carriera di successi e riconoscimenti

Enrico Montesano nasce a Roma nel 1945 in una famiglia di artisti. Gran parte dei suoi familiari infatti lavorava in teatro ed il suo debutto nel mondo dello spettacolo era per questo motivo, per tante persone, atteso.

In seguito al suo debutto, prima teatrale e poi cinematografico, la sua carriera è stata un crescendo di successi e conferme, nazionali e non. Enrico è uno dei massimi esponenti della comicità all’italiana, ancora oggi che di anni ne ha 76!

L’attore ha sei figli, nati dalle relazioni con tre donne diverse. Il primo matrimonio è stato quello con Tamara Moltrasio, dalla cui unione sono venuti al mondo Lavinia, Tommaso ed Oliver.  Dalla sua relazione con Martina Spadaro è nato il suo primogenito, Mattia che lavora come produttore cinematografico e direttore della fotografia.

Enrico condivide la sua vita con la sua compagna Teresa Trisorio con la quale ha messo al mondo Michele nato nel 1996 e Marco Valerio nato nel 1997, entrambi i gigli di Enrico portano avanti la tradizione familiare, essendo due attori teatrali.

Montesano, le dichiarazioni sull’Avis e la replica del presidente

Nel corso dell’ultimo anno, Montesano è stato ospite nei salotti televisivi per dire la sua riguardo alla situazione Covid-19. Le sue dichiarazioni, largamente condivise dal pubblico nostrano sono state anche oggetto di critica, ma è normale che non tutti aderiscano alle idee altrui.

Di recente una dichiarazione dell’attore ha fatto molto discutere. Montesano ha fatto sapere tramite Facebook, che una persona beninformata facente parte dell‘Avis, gli avrebbe comunicato che il sangue donato da coloro ai quali era stato precedentemente somministrato il vaccino si era coagulato e questo motivo, messo via, non utilizzato.

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Il presidente nazionale dell’Avis, Gianpiero Briola ha prontamente replicato: “Si tratta di affermazioni pericolose per la salute pubblica e lesive dell’impegno dell’associazione e dei donatori. Donare il sangue dopo aver ricevuto il vaccino anti Covid non comporta alcun rischio né per il donatore stesso né per i pazienti a cui trasfonderlo”.

 

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