Festival di Sanremo 2021: manifestazione di protesta davanti all’Ariston

Protesta davanti al Teatro Ariston, dove si stava svolgendo la finalissima del Festival di Sanremo 2021 . Ecco tutto quello che è successo a Sanremo nella serata di ieri.

La protesta davanti all’Ariston

Nella serata di ieri, un gruppo di un centinaio di persone, per lo più ristoratori e commercianti, si è dato appuntamento sul tratto di Via Matteotti dove si trova il Teatro Ariston. Qui hanno manifestato contro le chiusure imposte nel nuovo Decreto al grido di: “Libertà, libertà”, “Vogliamo solo lavoro”, e “Dobbiamo vivere, dobbiamo lavorare”. La zona è stata presidiata dalla polizia, anche se il gruppo ha manifestato in maniera totalmente pacifica. Hanno chiesto di poter incontrare Amadeus e Fiorello, ma i due erano già impegnati per la serata del Festival di Sanremo 2021.

Ad ogni modo sarebbe stato difficoltoso, dal momento che avrebbe violato il protocollo imposto per la kermesse. Tra i manifestanti anche una rappresentanza del Movimento Imprese Italiane e di #IoApro. Si tratta di due organizzazioni impegnate nella parallela manifestazione #IoFestival, svoltasi da martedì nella vicina Piazza Colombo. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla perdita di posti di lavoro nel mondo del commercio e della ristorazione a causa dell’emergenza sanitaria.

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La questione mondo dello spettacolo

Le forze dell’ordine hanno blindato l’ingresso, ma da segnalare c’è soltanto qualche fumogeno. I manifestanti, con bandiere tricolori e cartelli, hanno manifestato in maniera del tutto pacifica. Il tema della crisi economica è entrato ampliamente nel discorso Festival di Sanremo 2021. Il gruppo de Lo Stato Sociale, si è esibito durante la serata cover e duetti, con Francesco Pannofino e Emanuela Fanelli. Con loro una rappresentanza dei lavoratori del mondo dello spettacolo.

Un intervento simile è stato fatto anche da Matilde Gioli e Alessandra Amoroso nel corso della serata di venerdì. Lo stesso Amadeus, nella lettera della prima serata in cui spiegava il suo si ad un Festival senza pubblico, aveva citato i tanti lavoratori, e gli orchestrati, che lavorano per il funzionamento della kermesse.

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