Elisabetta Canalis: al centro delle polemiche il suo spot | “L’Agcom intervenga”


E’ finito al centro delle polemiche lo spot salutare di Elsabetta Canalis, definito “Pericoloso inno alla diet culture”, e contro cui si è chiamata in causa l’Agcom. Ecco cosa è successo.

Una ridda di commenti a mezzo social ha messo nel mirino il celebre spot della Canalis, che presta il suo volto all’acqua San Benedetto. Da alcuni giorni sulla rete si inseguono critiche sulla pubblicità che, stando ai detrattori, costituirebbe un “Pericoloso inno alla diet culture”.

A sollevare la vicenda ci ha pensato Aestetica sovietica sulla sua pagina Instagram. Questa realtà – si legge – si occupa di analisi sociale, culturale e politica, e nell’occasione ha taggato l’Agcom, chiedendo all’Autorità di garanzia di intervenire sulla questione.
Lo spot pubblicitario, secondo i sostenitori dell’accusa, riproporrebbe il solito modello di bellezza imposto alle donne, rischiando di provocare pensieri pericolosi a chi soffre di disturbi alimentari.

Aestetica sovietica: “molto grave suggerire abitudini alimentari malsane”

Sull’accaduto Aestetica sovietica ha rilasciato alcune dichiarazioni a Open:
Troviamo molto grave suggerire abitudini alimentari malsane, che alimentano una diet culture potenzialmente molto dannosa per la salute, a fini commerciali”.

Rincarando la dose, con un post su Instagram Aestetica sovietica ha anche pubblicato una immagine della pubblicità denunciata, corredandola con una breve didascalia:
“Magari è devianza? O magari l’@agcom.it dovrebbe intervenire?”

Con questa sortita gli admin avrebbero indicato come fuorviante il messaggio “salutare” volto alla sostituzione della colazione  con soltanto l’acqua ricca di “nutrienti preziosi”, che secondo chi accusa lo spot, non può certo bastare in luogo del pasto più importante della giornata.

La critica sottolinea poi lo schema comunicativo ripetitivo anche negli altri spot dello stesso brand, come quello che nuovo succo di frutta Succoso Zero, dove ancora si fa accenno al salto dei pasti come condizione di bellezza e benessere.


Ma non è tutto. Secondo Aestetica sovietica, anche nello spot della Thè San Benedetto Zero, sarebbe riproposto lo stesso ritornello concettuale, tanto più che qui si nota la modella entrare con facilità in un vestito e tirare  la zip.
L’accusa riguarderebbe pertanto l’esasperazione del racconto mediatico, vissuto ossessivamente nel tentativo di mantenere una certa linea a detrimento della sana alimentazione e in vista di un deficit calorico continuo.

Il post ha ricevuto tantissimi commenti e like, e provocato anche l’insorgenza di numerosi utenti nei confronti dell’Agcom. Ed ancora nella critica viene coinvolta anche Vanity Fair, ritenuta perfettamente in linea con gli standard di bellezza veicolati dalla pubblicità. Contro la rivista, Aestetica insinua anche un dubbio: “Vorremmo sapere qual è la posizione di una rivista di moda così influente, che sicuramente ha la sua bella fetta di torta dei guadagni della campagna (curata dall’agenzia pubblicitaria The Beef), in merito al messaggio veicolato”.

Gli admin esprimono pur il loro stupore poiché “la stessa rivista ha più volte ingaggiato battaglie contro la diet culture, basti pensare alla copertina dedicata a Vanessa Incontrada”. Ancora nessuna reazione è pervenuta dal direttore di VF.

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