Reddito di Cittadinanza: come cambierebbe con un governo di centrodestra

Come cambierebbe il Reddito di Cittadinanza con un governo di centrodestra? Il sussidio verrebbe conservato, modificato o abolito? Ecco quello che dicono le principali forze politiche favorite dai sondaggi.

Ha da sempre rappresentato una bandiera del Movimento 5 Stelle, che continua a ritenerlo un fattore di civiltà. In vista delle elezioni del prossimo 25 settembre il Reddito di Cittadinanza è adesso finito al centro delle polemiche perché c’è chi vorrebbe modificarlo e chi abolirlo invece. Il provvedimento assistenziale costa circa 8 miliardi di euro all’anno, ed è nato con lo scopo di combattere la povertà, sostenendo chi è privo di reddito e senza lavoro. Uno dei principali obiettivi alla genesi della misura è stato però anche quello di potenziare il sistema delle politiche attive, a fronte del quale sono stati assunti i cosi detti “navigator”, figure che avrebbero dovuto incrociare la domanda e l’offerta di lavoro in modo da proporre ai percettori del reddito un percorso lavorativo.

Circa il miglioramento o l’abolizione del RdC, oltre ai pentastellati, sull’argomento si sono espresse anche le altre forze politiche e il centrodestra in particolare, che nei sondaggi è dato per favorito alla guida del Paese.

Il Reddito di Cittadinanza con un governo di centrodestra

Si è tante volte assistito in tv e sui giornali su un infinito dibattito tra i “pasdaran” del Reddito di Cittadinanza e coloro che invece vorrebbero modificarlo o addirittura abolirlo. Non vi sono sul tema posizioni univoche all’interno delle coalizioni. Certamente nel centrodestra, attualmente dato per vincente nei sondaggi, le distanze tra i partiti sull’argomento sono inferiori che altrove.

Contrario al suo mantenimento Fratelli d’Italia, che stando ad alcune dichiarazioni punterebbe invece su politiche capaci di creare lavoro, prevedendo sussidi per chi haun basso Isee. Per Giorgia Meloni, il RdC è stato un “fallimento totale, nonostante un costo esorbitante per lo Stato”, sia come contrasto alla povertà che come strumento di politica attiva del lavoro. La leader di FdI aveva in passato definito la misura come “Metadone di Stato”, schierandosi per la sua soppressione in luogo di misure a favore di disabili, over 60 e famiglie a basso reddito con minori a carico. Inoltra la Meloni ha aggiunto che le priorità per combattere la povertà sono la creazione di un sistema di formazione per chi può lavorare e gli incentivi alle imprese per consentire le assunzioni.

La Lega di Matteo Salvini, al tempo del varo del RdC al governo con i Cinquestelle, si è detta disponibile a modificarlo, lasciandolo solo per chi non può davvero lavorare. Il numero uno di Via Bellerio ha dichiarato che “Il Reddito di Cittadinanza va rivisto completamente, crea lavoro nero, non crea crescita e sviluppo”.

Al leader del Carroccio ha fatto eco il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, il quale ha commentato: “ Se dobbiamo sostenere le famiglie in difficoltà è giusto aumentare le pensioni e non dare il reddito di cittadinanza a chi ha 20 anni e può andare a lavorare ma rifiuta il lavoro perché non gli piace. L’assistenza dello Stato deve essere legata alla reale necessità. Tagliando il reddito di cittadinanza – ha proseguito Tajani – si possono recuperare dai 5 ai 7 miliardi di euro”.

Il braccio destro dell’ex cavaliere ha poi aggiunto l’intenzione nella prossima agenda di governo di imporre “la web tax per i giganti che hanno sempre fatto il comodo loro, con un’azione durissima contro l’evasione fiscale e con la pace fiscale”.

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