Coronavirus, bollettino 17 novembre: 731 morti e 32mila nuovi positivi

Il bollettino sul Coronavirus di oggi 17 novembre 2020 evidenzia un numero record di decessi: mai così tanti dal 3 aprile.

La settimana scorsa si è chiusa con un pizzico di positività. I dati monitorati dal comitato tecnico-scientifico avevano mostrato un lieve calo del numero dei positivi e dell’indice Rt nazionale, passato da 1.7 ad 1.4. La speranza degli esperti e del governo è che questi dati possano essere confermati anche questa settimana. Il bollettino condiviso oggi dal Ministero della Salute, però, è tutt’altro che positivo, quanto meno per quanto riguarda il numero delle vittime giornaliere.

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Dopo aver oltrepassato i 600 morti, negli ultimi giorni avevamo registrato un trend discendente. Il numero delle vittime era sceso a poco più di 500 e si sperava che questo dato potesse scendere ulteriormente oggi. Contrariamente alle speranze il numero delle vittime oggi è stato di 731 decessi. Un numero record per questa seconda ondata ed uno dei più elevati di tutto l’anno. Era dal 3 aprile che non c’era un numero così cospicuo di decessi, quando ne furono registrati 766.

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Gli altri dati del bollettino

In aumento anche il numero dei nuovi casi, oggi 32.191, ma questo dato sappiamo che varia in base a quello dei tamponi. Oggi infatti sono stati esaminati ben 208.458, contro i 152.663 di ieri. Anche l’indice di positività ai tamponi è variato con il numero di test effettuati: oggi è stato del 14,66% mentre ieri aveva sfiorato il 18%. In aumento anche il numero delle terapie intensive: 120 in più rispetto a ieri per un totale di 3.612.

Commentando i dati elencati sopra, il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza ha dichiarato: “c’è una sorta di stabilizzazione nel numero di test positivi, forse una leggera diminuzione”. Un analisi che appare meno positiva di quelle fornite nei giorni scorsi. I numeri sembrano stabilizzati, ma al momento non è possibile dire con certezza che è iniziata una fase di decrescita.

Coronavirus, quale scenario ci troveremo a dicembre?

Quest’oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha accettato l’ordinanza del governatore dell’Abruzzo e permesso alla regione di entrare a far parte della zona rossa. Possibile che nei prossimi giorni vi rientri anche la Puglia. L’ordine dei medici spinge il presidente di Regione a fare la richiesta al governo, sottolineando come il sistema sanitario sia al collasso già da qualche giorno. Emiliano prende tempo, ma entro il fine settimana la Puglia potrebbe diventare zona rossa.

Per due regioni che entrano, potrebbero essercene due che ne escono. Questo almeno sarebbe il desiderio di Lombardia e Piemonte. Una simile decisione, tuttavia, non verrà presa subito. Prima che si decida di retrocedere di zona una regione, bisogna osservare due settimane di dati incontrovertibili. Qualora il governo accettasse le richieste, dunque, se ne parlerebbe sempre a dicembre.

Per quanto riguarda il quadro generale, nei giorni scorsi Speranza ha detto che i questa settimana sarà decisiva per prendere una decisione. Se gli effetti positivi delle misure adottate venerdì 3 novembre non saranno confermati o non saranno sufficienti ad un’inversione di tendenza non è da escludere che si possano richiedere misure ancora più costrittive per tutte le regioni.

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